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Breve avventura Informatica quotidiana

Ore 17.40
Milano
Zona Stazione Centrale – Piazza della Repubblica

Sono appena uscito dall’ufficio,il solito mercoledì, la solita incazzatura del mercoledì; si ne ho una per ogni giorno della settimana, quella del mercoledì è un 6 pieno in una scala da 1 a 4

Dicevo, esco dall’ufficio passeggiando quasi allegro, conscio che a breve mi aspetterà un’ ora di merda, su un treno di merda carico di merda con gente che ha un odore che ricorda  il taleggio putrefatto.
Gli alberi ondeggiano pigramente al soffio del vento, il sole riscalda la mia pelle ed il mio spirito, il caos di Milano si fa sentire impercettibilmente attraverso le cuffie  che sparano gli Slayer a tutto volume, le caprette mi fanno ciao e la mia mente vaga tra sofismi, meditazioni e la forma del culo avvolto in una minigonna altezza figa della gnoccolona che passeggia davanti a me. Praticamente un dipinto di Leonardo. O almeno un dipinto di Leonardo se questo avesse dipinto dei culi

Potrebbe andare peggio.

Andrà peggio.

<<Scusa….>>
Odo un lontano suono che sparisce tra un “Angel of Death” urlato, un tir che ha appena tamponato un panzer tigre e i soliti bip bop bap di Milano

<<Ehi tu..scusami..>> Mi si affianca uno.

“Uno” è perfetto per descriverlo, è’ il classico sfigato di turno,quello che se lo investite con la macchina pensate di aver messo sotto una lepre e ve ne sbattete i coglioni,  un sorriso nascosto dietro una capigliatura emo  ed una maglietta a strisce orrendamente rosa e azzurre, pantaloni color papero morto ovvero uno schifo di bianco sporco con una macchia gialla davanti e delle scarpe mocassino-che-vale-10-euro-ma-che-spaccio-per-comprate-da-Prada
Lo osservo da dietro le lenti nere degli occhiali da sole modello “queste lenti sono così scure che se mi vedi gli occhi allora sei un cazzo di mutante”, senza proferir verbo anche perchè non ho la minima idea di chi cazzo sia quel bipede

Uno, oramai sarà chiamato così sempre, mi guarda e fa una delle più belle domande che avrebbe mai potuto pormi in quell’istante

<<Scusa..ma tu sei uno dell’ IT ?>>

Per i non addetti ai lavori , e sò che  che siete tanti, so che ora riderete leggendo la spiegazione,e so benissimo che dopo andrete a rompere il cazzo all IT del vostro ufficio,  l”IT è la versione informatica di Madre Teresa di Calcutta, con una innata propensione al masochismo e all’immolazione. Per gli addetti ai lavori, avrete sicuramente capito cosa sta per succedere, quindi smettete di leggere e rispondete a quel cazzo di telefono che tanto starà suonando.

Non rispondo, mi tengo giustamente a debita distanza da Uno,voglio vedere se è davvero un coglione come sembra o se dietro le righine rosa-azzurre e il papero morto ha un filo di buon senso. Risposta che mi do da solo appena continua a parlare.
<<Si ecco..volevo dirti che ho un problema col il workflow asincrono e citrix >>

Avendo assodato che sei un deficiente, perché solo un deficiente ferma uno pseudo sconosciuto in mezzo a Milano parlando di workflow, dimmi oh razza di minchione, cosa ti fa pensare che me ne freghi qualche cosa ?
Il fatto che sono le 17.40 dovrebbe darti un chiaro segnale…
Il fatto che siamo entrambi fuori dall’ufficio pure
Il fatto che sto ascoltando musica con un i-pod che passa gli Slayer anche
Il fatto che non ti ho ancora rivolto la parola sopratutto dovrebbe farti ben capire che del tuo problema assolutamente non me ne fotte uno strabeneamto fulgido cazzo

<<Eh…?>>Vagamente abbozzo una risposta, abbassando il volume della musica

<<Ma parli con me?>> altro chiaro segnale,  che di te, della tua stirpe e di ogni cosa che tu puoi dire ,anche fosse la formula per la cura del cancro, non mi interessa.

<<Si..no ..senti..>> già dopo queste tre parole,il minimo interesse che avresti potuo aver preso te lo sei bruciato <<Mi serve davvero…devo lavorare..>>

<<Adesso..?>> domando cercando di fargli intuire la verità, cioè che siamo sempre in mezzo alla strada, sempre fuori dall’ufficio,sempre sulla via del treno.

Da qua si entra nel “vivo” della conversazione,ve lo lascio così,senza commenti di sorta, voglio lasciarvi a ragionare sulla bassezza e coglionaggine dell’essere umano

<<Bhe si..se magari torniamo indietro….così >>
<<Scusa..ma mi sei corso dietro per fermarmi e riportarmi in ufficio..?>>
<<No..ti ho visto mentre uscivo..e ho pensato…>>
<<Hai pensato molto male…anzi..io scappo che..>>
<<No ma mi serve….>>
<<Domani..forse…se mi ricordo..>>
<<Ma è un mese che aspetto….>>
<<Eh ..aspetta domani non muori…>>
<<No e che pioi domani non posso…>>
<<Ma pensa..io non posso adesso….senti mandami una mail…>>
<<No no domani io devo lavorare..>>
<<Ma io cosa credi che faccio domani ?>>
<<Si non volevo dire…però >>
<<Guarda..ho un treno..devo correre..>>
<<Quindi non puoi proprio ora…?>>
<<…..mail….domani….forse..>>

Scappo, lasciandolo triste e solo fermo accanto ad un semaforo.

Ore 11.10 di giovedì
<<Oh coglione, dove cazzo è la mail di stò lavoro urgente ?? Ma ora ti telefono e vediamo eh>>

Ore 11.11 di giovedì
<<Strano..non rispondi al telefono..mah..sarai mica morto ?>>

Ore 11.12 di giovedì
<<Ah scusa..ero al caffè..ah si mi son dimenticato della mail..>>
<<Te ne sei dimenticato..beh non era importante allora..>>
<<No no ahah>> ve lo giuro ha fatto ahah <<è che vedi..ho scoperto che..non funzionava perché sbagliavo la password..ahah..ma ho risolto tutto eh..>>

Ore 11.20 di giovedì
Mi arriva una mail  da Uno
<<Ciao, avrei un problema col workflow, prima ho messo la password che ti ho detto e sono entrato, poi l’ho modificata per sicurezza, ma ora non mi fa più accedere, potresti salire a controllare ? Ti lascio il PC acceso,io ora sto uscendo>>

Dio, se esisti, perché non riaccogli una pecorella smarrita tra i tuoi pascoli ?

Ad esempio, vedi il coglione con la maglietta a righe rosa/bianche e i pantaloni color papero morto che stà passando sulle strisce pedonali adesso ? Si Si quello..

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